Vita quotidiana di una numeraria dell’Opus Dei/Diversi tipi di centri

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II. DIVERSI TIPI DI CENTRI

I numerari dell’Opus Dei sono in linea di massima tenuti, appena possibile, a lasciare le loro famiglie d’origine per vivere in un centro dell’Opus Dei. L’Opus Dei è considerata la vera famiglia di coloro che chiedono l’ammissione all’istituzione, e se questo è vero per tutti i tipi di membri, lo è specialmente per i numerari che, se tutto va bene, trascorreranno tutta la vita in un centro dell’Opera.

In realtà, col passare del tempo, tale esigenza si è parecchio evoluta. Mentre nel periodo 1971-1988 mi ricordo di un solo caso di dispensa dalla vita di famiglia per una numeraria italiana che aveva l’esigenza di attendere alla madre sola e inferma, ed era comunque una dispensa che l’interessata doveva richiedere e il governo dell’Opera concedere, attualmente mi risulta che tale pratica si sia notevolmente diffusa e si sia snellito l’iter per l’ottenimento, che non richiede piú particolari formalità.

I centri dove vivono le numerarie possono essere di vario tipo, ma tutti debbono riflettere l’aspetto di una casa di famiglia cristiana, gradevole e accogliente[1]. In alcuni di essi - residenze universitarie, sedi di club giovanili, eccetera - si fa lavoro apostolico esterno; in altri - centri di san Michele, centri di governo - entrano per lo piú solo le numerarie che appartengono al centro, qualche altra persona dell’Opera di passaggio o in visita per motivi di lavoro e, solo molto eccezionalmente, persone estranee che hanno un qualche tipo di rapporto con le persone del centro[2].


Centri di san Michele

Innanzitutto ci sono i cosiddetti centri di san Michele: sono quei centri nei quali vivono esclusivamente numerarie, il piú delle volte quelle che in spagnolo venivano chiamate numerarias mayores, numerarie maggiori, espressione che non indica necessariamente una maggior età.

I centri di san Michele sono quelli nei quali la prassi e lo spirito dell’Opus Dei sono vissuti nella maggiore interezza e fedeltà possibile, dato che non sussistono fattori esterni che consiglino, per motivi di discrezione, la dissimulazione se non addirittura l’eliminazione di alcune pratiche e abitudini. In tutti i centri esiste una divisione, spesso non molto netta, ma comunque chiarissima nella mente delle abitanti di ogni singolo centro, fra alcune zone della casa aperte alle persone esterne che la visitano, e altre nelle quali è meglio che non entrino estranei, anche se poi ci potranno essere eccezioni che comunque è ben chiaro a tutte che costituiscono, appunto, un’eccezione[3].

Tale chiusura di alcune zone viene spiegata alle persone di fuori che si incuriosiscono, ma anche alle giovani numerarie che ricevono la prima formazione, come il pudore naturale che in ogni famiglia normale fa evitare di introdurre chiunque in qualunque stanza della casa. In realtà a una numeraria non è possibile portare una collega d’università a studiare nella sua stanza, nemmeno se vive in un centro molto piú aperto alle persone esterne di quanto non lo sia un centro di san Michele, per esempio in una residenza universitaria.

Questi criteri restrittivi vengono applicati anche anche agli inviti a pranzo o a cena. Come regola generale, è preferibile portare parenti o amici al ristorante. Quando fosse giustificato un riguardo speciale a coloro che vengono in visita - per l’aiuto che prestano ai lavori apostolici, o per contraccambiare alle loro attenzioni -, si può offrire loro una colazione, un tè, un caffè, eccetera. Allora, com’è abituale, l’amministrazione lascia tutto apparecchiato, in modo tale che, nella sala da pranzo o dove si offre il rinfresco, non ci sia bisogno di nessun altro servizio[4].

Amministrazioni

Un secondo tipo di centri molto importante nella vita quotidiana dell’Opus Dei sono le amministrazioni.

Questa definizione riunisce diversi tipi di realtà, tutte accomunate dall’attività che vi viene svolta, che è quella di accudimento domestico delle persone che abitano un determinato centro, definito dal fondatore dell’Opus Dei come l’apostolato degli apostolati, un servizio direttissimo a Dio[5].

Anche nel caso delle amministrazioni, si possono avere amministrazioni di san Michele, cioè abitate esclusivamente da numerarie e numerarie ausiliari[6], oppure amministrazioni dirette da numerarie ma la cui operatività è garantita esclusivamente o prevalentemente da ragazze o signore non appartenenti all’Opera. La maggior parte delle volte si cercherà di fare in modo che i centri in cui si svolge lavoro di governo e i centri di studi, specialmente se della sezione maschile, siano seguiti da una amministrazione fissa formata da sole associate, numerarie e numerarie ausiliari che possibilmente hanno in tale amministrazione il loro centro.

Dato che, per il numero di membri della sezione femminile, questa soluzione non è sempre possibile, negli stessi centri della sezione femminile - delegazioni, assessorato e centro di studi - il piú delle volte l’amministrazione è formata da una numeraria responsabile di essa, spesso membro del consiglio locale del centro amministrato, e da alcune numerarie ausiliari che però non dormono e non fanno vita di famiglia nel centro, bensí appartengono a un grande centro di numerarie ausiliari, soluzione che permette una certa rotazione delle ausiliari stesse e pertanto una ottimizzazione delle risorse disponibili.

Nell’Opus Dei è tassativo che l’amministrazione, specialmente se di un centro della sezione maschile, sia totalmente isolata dal centro amministrato. Questa condizione è garantita da una serie di norme e procedure accuratamente codificate e che permettono che i numerari e le numerarie non si incontrino mai personalmente. Il direttore del centro della sezione maschile e l’amministratrice, cioè la numeraria responsabile di dirigere il lavoro dell’amministrazione, si parlano attraverso un telefono interno dedicato esclusivamente a questo, e che nessun altro deve utilizzare se non esplicitamente autorizzato in caso di assenza dei responsabili. I due si salutano con la formula stabilita per i soci dell’Opera, “Pax”, a cui si risponde “In aeternum[7], quindi il direttore comunica il numero dei commensali previsti a tavola, eventuali anniversari o festeggiamenti, richieste di lavanderia e qualunque altra richiesta riguardante la conduzione domestica della residenza. Vicino al telefono interno c’è un’agenda nella quale l’amministratrice appunta tutti questi dati e richieste. A sua volta, se occorre, fa presenti altre situazioni: stanze lasciate troppo in disordine, qualche chiarimento rispetto a richieste precedenti, richiesta di denaro per coprire le spese necessarie. Se in quel momento la residenza non ha disponibilità di liquidi, bisognerà attendere per fare qualche spesa o farla a credito.

La logistica della residenza maschile e dell’amministrazione è tale da permettere di isolare in compartimenti stagni la residenza in modo tale che l’amministrazione possa passare a fare pulizia nelle diverse zone senza incrociare mai nessun residente. Quando, nonostante le precauzioni prese, qualche incontro si verifica, ognuno da entrambe le parti mette in atto le misure opportune per risolvere il piú rapidamente possibile questo incidente increscioso.

La maggior parte delle volte si utilizza il tempo nel quale i residenti sono in oratorio per l’orazione e la messa per pulire la zona delle stanze da letto e dei relativi servizi, mentre allo stesso tempo si prepara la colazione.

Mentre i residenti si trovano in sala da pranzo per la colazione, si approfitta per pulire altre zone della casa e così via, fin quando, a metà mattinata circa, l’amministratrice e le numerarie ausiliari sono libere dai lavori di pulizia e si dedicano alla cucina, alla lavanderia e alla stireria, compiti quotidiani, e ad altri lavori che hanno cadenze piú distanziate, i cosiddetti straordinari.

Quando la residenza è della sezione femminile, le misure per salvaguardare l’autonomia del lavoro di amministrazione si osservano ugualmente, ma senza l’ansia di assicurare la distanza fra le due sezioni volta a garantire la custodia del cuore, e vengono attuate con una maggiore elasticità e un maggiore buon senso.

E in ogni caso è molto diverso vivere e lavorare in un’amministrazione che attende a una residenza là dove tutto l’edificio è stato predisposto e costruito per assolvere a queste necessità, o vivere e lavorare laddove residenza e amministrazione sono state adattate in un edificio preesistente: in tal caso spesso è necessario fare autentiche acrobazie per osservare le norme di buono spirito previste dalla prassi dell’Opera.

Residenze universitarie

Le Residenze universitarie sono dei pensionati per studentesse universitarie che ospitano sia numerarie che ragazze non appartenenti all’istituzione.

All’inizio degli anni ’70 l’apostolato e il proselitismo dell’Opus Dei era orientato principalmente a studentesse degli ultimi anni del liceo e a universitarie. Precedentemente, in epoche nelle quali l’educazione accademica non era tanto diffusa fra le donne, era piú che altro la fascia d’età e l’ambiente sociale a identificare il target a cui era rivolta l’attività di proselitismo. In seguito la sezione femminile si andò allineando, pur con molte eccezioni, ai criteri di selezione della sezione maschile, e uno di tali criteri era l’orientamento verso la vita intellettuale e una discreta riuscita negli studi[8].

Nelle Residenze universitarie un’ampia zona della casa è aperta alle attività apostoliche, perché il lavoro apostolico che vi si svolge non è orientato solo alle universitarie che abitano il centro, ma anche alle universitarie che lo frequentano dall’esterno. Quando non erano ancora molto diffusi i club di liceali, agli inizi degli anni ’70, nelle Residenze universitarie si svolgeva anche il lavoro apostolico con liceali, che comunque formavano un gruppo a sé rispetto alle ragazze piú grandi.

Club giovanili

Come ho già accennato, nei primi anni ’70 iniziarono a diffondersi centri dell’Opera specialmente dedicati al lavoro apostolico con liceali, i Club. Sono centri progettati in modo tale da offrire strutture che facilitino lo studio, la formazione spirituale e la possibilità di praticare tutta una serie di attività ricreative e culturali sempre orientate, comunque, a coltivare e accrescere le virtù umane e una personalità modellata secondo l’ideale proposto dall’Opus Dei.

Molte volte le numerarie responsabili di queste attività hanno in queste strutture una zona della casa nella quale abitano e svolgono la loro vita di famiglia. Il piú delle volte questi centri sono privi di amministrazione, e la loro manutenzione è affidata a una amministratrice aiutata da qualche altra numeraria o da qualche collaboratrice esterna stipendiata.

Centro di Studi

Il Centro di studi è un centro esclusivamente dedicato alla formazione ascetica, dottrinale e dello spirito peculiare dell’Opera che viene impartito alle numerarie giovani che iniziano a fare vita di famiglia. Normalmente questo periodo di formazione dura due anni. La veste esterna, ufficiale, di un Centro di studi è quasi sempre quella di una Residenza universitaria. In effetti ne ha tutte le caratteristiche, perché la maggior parte delle numerarie che percorrono questo iter formativo appartiene alla fascia d’età delle normali residenti, solo che in questo caso le residenti sono tutte numerarie e l’orario della casa è scandito in maniera particolarmente codificata dai mezzi di formazione. Anche se normalmente nei Centri di studi si svolge lavoro apostolico con universitarie esterne, le zone della casa aperte a queste persone sono piú ridotte di una normale Residenza universitaria, e si tende a proteggere molto la vita di famiglia delle numerarie del Centro di studi.

Anche le numerarie ausiliari svolgono un loro peculiare Centro di studi, cha ha la stessa durata, due anni, di quello delle numerarie, ma un differente piano di formazione e normalmente non è aperto ad attività esterne di apostolato.

Centri di governo

I centri nei quali si svolge attività di governo dell’Opera sono le Delegazioni e l’Assessorato.

Normalmente questi sono centri di san Michele, nei quali cioè si evita di far entrare persone estranee e quindi non vi si svolgono attività apostoliche, anche se lo sviluppo dell’Opus Dei all’epoca era tale da richiedere alcune eccezioni a questa regola. Normalmente questi centri hanno un’amministrazione condotta da numerarie ausiliari che permette alle numerarie che vi abitano e vi lavorano di dedicarsi pienamente alla loro attività, anche se sempre ogni numeraria dedicherà almeno un’ora al giorno a un incarico di manutenzione del centro in cui vive.

In questi centri, oltre agli ambienti della vita di famiglia simili in tutto e per tutto agli stessi ambienti degli altri centri di numerarie, ci sono le stanze adibite a ufficio delle singole direttrici, piú una sala di riunioni e una o piú stanze adibite ad attività che si possono definire di back office, in cui lavorano le oficiales, numerarie che svolgono attività di supporto al lavoro di direzione dell’Opera.


  1. “Las sedes de los Centros reflejan siempre el aspecto de hogares de familia cristiana, agradables, con el mínimum de bienestar indispensable en la lucha ascética para alcanzar la santidad; hogares acogedores, limpios - no se confunde la pobreza con la suciedad -, sencillos y alegres: éste es el denominador común de la sede de todos los Centros” (Vademecum de las sedes de los Centros, Roma, 6-XII-87, pag. 7-8).
  2. “En la sede de los Centros de la Prelatura sólo viven numerarios, excepto en Residencias o en otras labores corporativas” (Vademecum de las sedes de los Centros, Roma, 6-XII-87, pag. 29-30).
  3. “Las relaciones sociales, necesarias en el apostolado, obligan a atender gustosamente determinados compromisos, porque son siempre menifestaciones de caridad cristiana. Sin embargo, se limita el número de visitas que se reciben en los Centros a lo estrictamente indispensable para la labor apostólica y el trato social. En estas ocasiones, la mayoría de las veces no hace falta enseñar la casa : basta mostrar el oratorio, y quizá el jardín, si lo hay. Resultaría poco natural que las visitas recorrieran todo el edificio” (Vademecum de las sedes de los Centros, Roma, 6-XII-87, pag. 27).
  4. “Con el fin de no alterar el normal desenvolvimiento de la vida en familia, no se invita los parientes de los miembros de la Obra a comer o a cenar en un centro” (Glosas sobre la obra de San Miguel, Roma, 29-IX-87, II. Ambiente de los Centros). E ancora: “Como regla general, no se hacen invitaciones a almorzar ni a cenar en la sede de un Centro: es preferible llevar a los amigos o a los parientes a un restaurante. Cuando resulta justificado obsequiar a quienes vienen de visita - por la ayuda que prestan a las labores apostólicas, o para corrsponder a sus atenciones -, se les puede ofrecer un desayuno, un tè, un café, etc. Entonces, como es costumbre, la administración deja todo servido, de modo que, en el comedor o en la sala donde se ofrece el agasajo, no falta ningún otro servicio” (Vademecum de las sedes de los Centros, Roma, 6-XII-87, pag. 28).
  5. “Desde los comienzos del Opus Dei, nuestro Fundador repitió que la tarea de administrar los Centros es el apostolado de los apostolados: el trabajo en las administraciones es un servicio directísimo a Dios, y su buena marcha es condición necesaria - el mayor de los impulsos - para toda la Obra. Por eso, se hace amar la labor de Administración, que es como la espina dorsal de toda acción apostólica (Vademecum de las sedes de los Centros, Roma, 6-XII-87, pag. 39).
  6. Le numerarie ausiliari sono una speciale categoria di numerarie che si dedicano specificamente e per tutta la vita alle attivitá domestiche. Per lo piú sono di piú bassa estrazione sociale delle numerarie e hanno un titolo di studio inferiore, anche se già negli ultimi anni del periodo di riferimento di questo studio cominciavano a esserci delle eccezioni riguardo a quest’ultimo aspetto, dato l’innalzarsi generale del livello di studi. Questa categoria di numerarie non ricopre incarichi interni di governo, vive normalmente in centri dedicati specificamente a loro, fa un centro di studi diverso da quello delle altre numerarie e, in generale, svolgono un ruolo e vengono considerate secondo una modalità che viene ben descritta da un’espressione abituale nell’opera: “nuestras hermanas pequeñas”, “le nostre sorelle minori”.
  7. “Para fomentar el sentido de la presencia de Dios, los fieles del Opus Dei se saludan o despiden con la expresión: Pax; a la que se responde: In aeternum” (De spiritu et de piis servandis consuetudinibus, Roma 1990, 112).
  8. Posteriormente, dalla metà degli anni ’70, col forte sviluppo di attivitá apostoliche precedentemente inesistenti quali i club di liceali e le scuole, entrambe le sezioni, quella maschile e quella femminile, abbassarono il target dell’età e si iniziò a fare un lavoro di apostolato già con fanciulli di dieci, undici anni. Tale apostolato si andava trasformando in proselitismo, col seminare inquietudini vocazionali, verso i dodici, tredici anni, man mano che ci si avvicinava alla fatidica età dei quattordici anni e mezzo, età minima prevista dagli Statuti allora vigenti per chiedere l’ammissione all’Opus Dei. Solo con l’approvazione dell’Opus Dei come Prelatura personale, nel 1982, tale soglia d’età fu innalzata ai sedici anni. Contemporaneamente invalse nella prassi dell’Opera la possibilità di candidarsi come aspiranti per quei ragazzi e quelle ragazze che a quattordici anni e mezzo, non potendo piú chiedere l’ammissione, pure desideravano manifestare piú formalmente la propria volontà di farlo una volta raggiunta l’età necessaria.
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