Vita quotidiana di una numeraria dell’Opus Dei/Conclusione

From Opus-Info
Jump to navigation Jump to search
The printable version is no longer supported and may have rendering errors. Please update your browser bookmarks and please use the default browser print function instead.

CONCLUSIONE

Da quanto sopra esposto, penso si possano trarre alcune conclusioni.

  • La prima può riguardare le pratiche di vita imposte o suggerite dall’Opus Dei ai propri membri. Esame di coscienza, custodia del cuore, “grande silenzio”, uso del cilicio, modestia nel vestire, mortificazione, dipendenza dai superiori nell’uso dei beni, veglie ecc. sono pratiche ascetiche e penitenziali di grande valore e testimoniate in tutta la storia della vita religiosa. La stessa “vita in famiglia” è la vita comune di tanti istituti religiosi, vissuta certamente, nell’Opera, con maggior rigidità di quanto praticato in istituti religiosi a essa contemporanei.
  • L’Opus Dei istituto secolare e l’Opus Dei prelatura non presentano alcuna differenza in questo impianto ascetico. La trasformazione in prelatura ha semplicemente mutato - non intendo qui entrare nelle questioni giuridiche - i voti precedentemente emessi, ma la vita è rimasta la stessa.
  • Poiché, come sopra esposto, tutto viene regolato nella vita quotidiana dei membri dell’Opera, nei minuti dettagli (la levata al mattino, il modo di comportarsi nell’oratorio, la corrispondenza, il pranzo, la logistica delle case ecc.) ed esistono “manuali” o raccolte di regole che spiegano esattamente come si deve agire, è facile concludere che si può arrivare sia al formalismo sia a un sentimento di oppressione: formalismo, perché tutto si trova regolato e inquadrato, e non c’è spazio per alcuna spontaneità; oppressione psicologica, totalizzante, perché in tutto ci si trova controllati.
  • Si potrebbe anche dire che l’Opus Dei riporti, al proprio interno, la struttura della società esterna e civile che vuole combattere: la donna non ha gli stessi diritti dell’uomo; molti regolamenti appaiono come discorsi dell’uomo sulla donna; gli uomini non hanno tutti gli stessi diritti, e la struttura fortemente verticale della istituzione - con la sua distinzione tra numerari, iscritti ed elettori - è legata non a conquiste personali o a libere elezioni, ma a successive scelte decise, con il consenso del suo consiglio, del Presidente generale dell’Opera.
  • Infine, si sa che anche nell’Opus Dei un certo numero di suoi membri - dopo un periodo più o meno lungo di permanenza - hanno deciso, come me, di uscire dall’istituzione. Chiarire, però, le motivazioni che possono aver spinto a questo passaggio è compito di altri studi.


Capitolo precedente Sinossi del libro Capitolo seguente
Altri aspetti della vita quotidiana Vita quotidiana di una numeraria dell’Opus Dei Conclusione